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Le isole verdi...

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Messaggio  Stefania Carone o.0 Mar Giu 16, 2009 6:57 pm

No, non sono delle nuove isole vergini scoperte nel Pacifico...le isole verdi, in molte città italiane ed europee (secondo la mia esperienza personale) sono delle piccole "isole di cassonetti per la differenziata".
Spesso si trovano molto vicine tra loro, anche 50 m le une dalle altre, a volte si trovano nei cortili stessi delle case, soprattutto di palazzine con diverse famiglie o villette a schiera. La caratteristica di queste isole verdi, è che ...restano verdi, nel senso che non diventano una piccola discarica a cielo aperto, ma una specie di pit stop del rifiuto prima dell'inizio del suo trattamento. ci sono in genere 3 cassonetti: carta e cartone, multimateriale (legno, plastica, alluminio e vetro), e organico (ovvero rifiuti umidi, come gusci d'uovo, buccia della frutta, le foglie delle cime di rapa, il sugo che è rimasto nel piatto...ma senza il tovagliolo che hai usato per buttarlo, etc), oltre chiaramente all'indifferenziata.
Come funzionano e soprattutto perchè funzionano?
la ditta che si occupa dell'igiene stradale (come l'amiu per intenderci) si assume il compito di raccogliere la spazzatura ad intervalli regolari, per esempio l'umido e l'indifferenziata, quelle che puzzano prima, tutti i giorni ad un certo orario, mettiamo dalle 13 alle 18, poi la carta per es. il martedi, il giovedi e il sabato, e il multimateriale il lunedi, il mercoledi e il venerdi. Questo significa che la gente per non vedere la strada ingombrata o sporca o puzzolente, getterà l'umido fino alle 12 (cosi se la prendono subito dopo) e dopo le 18 (cosi fino alla mattina dopo fa meno puzza dato che è di notte), la carta e il multimateriale lo terrà in casa e lo getterà al momento stabilito...Inoltre, a Pisa per es., la ditta addetta si occupa di fornire anche il materiale per la differenziata: buste di diversi colori per il multimateriale e l'indifferenziata, buste trasparenti per l'umido e buste in carta riciclata per la carta. Ancora, in alcune città, come Verona, ad ogni gruppo di cittadini è dato il controllo e la manutenzione di una certa isola verde: questo significa che ognuno può gettare la spazzatura solo in quell'isola (tenuta anche sotto chiave a volte), quindi se ci saranno danni o errori o accumuli di spazzatura la colpa sarà divisa tra gli abitanti delle due, tre palazzine che si dividono l'isola. Naturalmente, i cittadini hanno dalla loro parte, non solo il vantaggio ecologico e la soddisfazione di vedere la propria zona pulita, ma anche un ritorno economico, perchè in base ad una proporzione, meno indifferenziata gettano (e quindi più differenziata fanno), più hanno uno sconto sulla tassa sui rifiuti, chiaramente verificabile controllando la loro isola verde.
Esistono città al mondo che hanno rifiuti ZERO, significa che riescono a recuperare praticamente tutto, senza bisogno di termovalorizzatori e discariche straripanti. Voi direte, si, saranno piccoli villaggi dispersi tra le montagne...no, vi sto parlando di città come NEW YORK, New York fa rifiuti zero, e volete che Carbonara non possa riuscirci?
Prendiamo spunto per migliorare il nostro quartiere...
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Messaggio  Francesco Magrone Mar Giu 16, 2009 7:16 pm

Ste sono d'accordissimo con te, per raggiungere questo obbiettivo dovremo lavorare e impegnarci tantissimo perchè il problema risiede nella mentalità dei cittadini del nostro amato quartiere e non solo nell'azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti.
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Messaggio  Stefania Carone o.0 Mar Giu 16, 2009 7:24 pm

hai ragione fra, ma il lavoro deve esserci da entrambe le parti: migliorare il servizio di nettezza urbana, che per esempio non risponde ai sugerimenti (qnd ho provato a scrivere), inizia progetti a campione che poi non termina...qualcuno si ricorda le macchine messe davanti allo scacchi per dare soldi in cambio di kili di carta, vetro e plastica...?
certo è che dall'altra parte bisogna sensibilizzare la gente, spiegargli che non è solo uno "sbattimento" ma una cosa necessaria se vogliono che figli e nipoti abbiano le stesse possibilità che hanno avuto loro...è un mondo difficile, ma nulla è impossibile! cambiare, si può (ormai vado per slogan... Razz )
a milano come funziona la differenziata? ogni idea è utile... Suspect
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Messaggio  Michele Piazzolla Mar Giu 16, 2009 7:40 pm

cmq non bisogna andare troppo a nord per vedere le cose fatte per bene io per esempio a villa rosa in abruzzo ho visto quello che tu hai descritto accade a pisa...pero credo che la soluzione migliore sia quella che tu hai visto a verona, cn le isole verdi limitate agli abitanti vicini...per la questione dei rifiuti 0 mi spieghi com'è possibile? sempre che per rifiuti 0 sia quello che intendo io
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Messaggio  Stefania Carone o.0 Mar Giu 16, 2009 8:21 pm

scusa Embarassed, ho sbagliato, rettifico "non fa rifiuti zero ma ha il target RIFIUTI ZERO", significa che per oraè oltre il 40% di differenziata, (a Bari credo che simao intorno al 15%, con brusche oscillazioni dai quartieri ben serviti-poggiofranco, japigia, etc- e quelli come Carbonara) ma che punta al 100% con l'aiuto di leggi che obbligano le aziende a produrre in materiali riciclabili pressocchè tutto...cmq per approfondimenti ecco la mia fonte:


Rifiuti Zero, non è un'utopia ambientalista, è parte integrante della nuova rivoluzione industriale avviata dai paesi più avanzati, in particolare Giappone e Stati Uniti, negli anni '80. La parola d'ordine di questa rivoluzione è "Qualità Totale", in una visione "olistica" del sistema produttivo e "Rifiuti Zero" è parte di questo progetto. In base a questi nuovi valori guida, ogni tonnellata di rifiuti messi in discarica o inceneriti è la misura del fallimento e della inefficienza del sistema produttivo, equiparabile alla presenza di un difetto in un prodotto immesso nel mercato. E che "Rifiuti Zero" sia la nuova frontiera dei paesi industrializzati sta nei fatti.

E' comunque opportuno ricordare che questa scelta è anche il risultato di decenni di battaglie legali e culturali condotte, anche negli Stati Uniti, da comitati di cittadini, associazioni ambientaliste, associazioni a difesa dei consumatori, ricercatori indipendenti. A riguardo, significativo è quanto avvenuto nel New Jersey tra gli anni
'80 e '90, durante i quali, nonostante l'opposizione di numerosi comitati di cittadini, lo Stato Federale promuoveva la costruzione di diversi inceneritori. Questa scelta si dimostrò presto un disastro economico per il concomitante successo del riciclo e del compostaggio che sottraeva materiale da bruciare e per l'apertura di nuove discariche "low cost" negli Stati vicini che rendevano più economico esportare i rifiuti; ma il colpo di grazia venne dalla Corte Suprema quando questa aboliva le sovvenzioni statali agli inceneritori che, a questo punto, furono costretti a chiudere, ma prima chiesero, ed ottennero, il pagamento dei danni, per inadempimento degli accordi contrattuali: due miliardi di dollari, pagati dai contribuenti!

Situazioni analoghe si crearono in numerosi altri Stati, con la chiusura di diversi inceneritori e la cancellazione di centinaia di nuovi impianti in progetto, fallimento sottolineato dal Wall Street Jornal che, nella edizione dell'11 Agosto del 1993, in un suo lungo editoriale (http://www.village.it/italianostra/wsjincen.html) dissuadeva i suoi lettori ad investire negli inceneritori. A questo punto la risposta al problema rifiuti negli USA prendeva due strade, per diversi anni divergente: la California, con S. Francisco in testa, seguita da Los Angeles e San Diego, con la risoluzione del 13 novembre 2001, adottava l'obiettivo "Rifiuti Zero", preceduta, tre anni prima dalle città di Seattle e Portland.

Come conseguenza in queste città si è rinunciato alla realizzazione di inceneritori e si è puntato, in collaborazione con le aziende private, al riciclaggio e al compostaggio, con forme di raccolta differenziate domiciliarizzate anche in grandi centri urbani quale quello di San Francisco, che nel 2002 riciclava il 62% dei suoi materiali post consumo.

Importanti risultati nel riciclaggio sono stati raggiunti anche da Los Angeles (46%) e Seattle (43% nel 1999). Attualmente negli USA il riciclo e il compostaggio è il destino finale del 36% dei MPC e solo il 16 % è incenerito.
Negli ultimi anni, negli USA si è compreso che il riciclaggio ed il compostaggio da soli non sarebbero bastati per risolvere il problema dei rifiuti, di qui il progetto "Rifiuti Zero" che ancora una volta vede il significativo ruolo dei cittadini organizzati per vincere le resistenze delle amministrazioni pubbliche e delle potenti lobby dello smaltimento.

Ma a fianco di un vasto movimento di opinione pubblica a favore di questa politica si trovano anche numerose aziende (tra queste la Xerox) che hanno compreso come una politica di riprogettazione dei prodotti, finalizzata all'utilizzo di materiali riciclati come materie prime, ma ancor di più al riuso degli oggetti, sia la via vincente in un mercato competitivo in cui energia, materie prime e smaltimenti saranno sempre più costosi.

Una scelta diversa è stata quella di New York che fino ad alcuni anni fa, ha trovato più economico esportare fuori dallo Stato i suoi rifiuti. La città di New York, con otto milioni di abitanti, che arrivano a 12 milioni nelle giornate lavorative con i pendolari che lavorano in città, produce enormi quantità di rifiuti:13.000 tonnellate di rifiuti al giorno dai settori residenziali ed istituzionali e 9.900 tonnellate di scarti putrescibili, carta e imballaggi riciclabili dal settore commerciale. A questi rifiuti si aggiungono quantità ancora maggiori di macerie e scarti di lavori di demolizione prodotti dall'attività edile.

Dal 1970, fino a pochi anni fa, l'amministrazione di New York ha fatto resistenza passiva all'attivazione di una seria politica di riciclo e non ha nascosto la sua propensione a realizzare diversi inceneriori , per complessive 2000 t/giorno. La forte e qualificata resistenza dei comitati di cittadini che ha messo in difficoltà esperti profumatamente pagati, ha affossato questa ipotesi e oggi New York non ha più nessun inceneritore e non ha nessuna intenzione di realizzarne di nuovi. Sin dal 1997, quando fu annunciato che la discarica sull'isola di Staten era prossima alla chiusura, New York ha affrontato il problema esportando i suoi rifiuti a discariche ed inceneritori al di fuori dello stato, semplicemente perchè allora questo era il metodo più conveniente.

Nel 1996 il sindaco Giuliani, mal consigliato, affermava pubblicamente che il riciclo era "una moda capricciosa" e tagliava i fondi stanziati per il riciclo. Anche il suo successore Bloomberg per un pò ha pensato che la discarica
sarebbe stata più economica del riciclo. Se questo poteva essere vero durante il governo Giuliani, anche negli USA i costi di trasporto e smaltimento a discarica sono aumentati (del 91% a partire dal 2000) ed attualmente ammontano a 100 $ alla tonnellata. Le associazioni dei cittadini di N.Y. tornarono alla carica con nuovi conti, forti anche dell'appoggio di diverse aziende di riciclo che proprio a New York avevano avviato fiorenti attività, quali la VISY,
che a Staten Island ha realizzato una cartiera da 125.000 tonnellate/anno che tratta carta da macero al 100%, la Hi-Rise Recycling Company che realizza caditoie condominiali per la raccolta differenziata, la City Green Company che raccoglie e composta gli scarti umidi prodotti da hotel e ristoranti, la Great Harbor Design Center che ha realizzato a Broklyn un impianto che produce materiali da costruzione utilizzando vetro e cemento riciclato.

E queste sono solo alcune delle 4.257 aziende che, a New York hanno puntato sul riciclaggio dei materiali post consumo quale occasione di lavoro per 43.624 persone. I nuovi conti, ma ancor più i nuovi contratti a lunga scadenza con i riciclatori (che assicurano costi certi e molto più bassi) hanno convinto il sindaco Bloomberg che "Rifiuti Zero" può essere anche il futuro di New York.

E il 3 Giugno del 2004 ad una audizione della Commissione presieduta dai consiglieri comunali Serrano, Avella, Barron, Brewer, Comrie, DeBlasio, Fidler, Gerson, Katz, Liu, Martinez, McMahon, Monserrate, Moskowitz, Quinn, Rivera, Weprin, Felder, Jackson, Nelson, Gennaro, Koppell, Stewart, Lopez, Perkins e Palma è stata presentata la
risoluzione N°174 che invita la Citta di New York ad adottare una politica di Rifiuti Zero da raggiungere a lungo termine, grazie ad una autorevole e perseverante direzione e finanziamenti certi.
Se son rose..
E che fine hanno fatto quei "ferri vecchi" che ormai negli USA sono diventati gli inceneritori che in quel paese nessuno vuole più, principalmente a causa dei loro costi stratosferici? Come spesso è già successo, fin dal piano Marshall nell'immediato dopo guerra, sono riciclati nei paesi del terzo mondo.

di Federico Valerio, Italia Nostra
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Messaggio  Michele Piazzolla Mar Giu 16, 2009 8:40 pm

ste la prox volta pero riassumi Very Happy perche sinc non lo leggeranno in molti Very Happy...cmq sia beh in effetti cosi ci sarebbe un risparmio, il fatto e che bisognerebbe produrre tutto con materiale riciclato in modo da ririciclarlo e cosi via...direi di tornare con i piedi per terra e tornare alla raccolta differenziata
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Messaggio  Francesco Magrone Mar Giu 16, 2009 8:55 pm

a milano la raccolta è gestita a livello condominiale e delle attività commerciali...ovvero ogni condominio gestisce la sua raccolta rifiuti e deve dar conto alla società per eventuali sgravi....multano salatamente se ti beccano a non separare la differenziata,!le strade sono più vivibili perchè non vi è la presenza di cassonetti giganti che strabordano di umido!
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Messaggio  Giuseppe M Mar Giu 16, 2009 10:07 pm

Ragazzi sulla Gazzetta del mezzogiorno di domenica 14 giugno 2009 c'è un articolo che interessa Carbonara (cioè potrebbe di riflesso). A mola è partita la differenziata porta a porta. Ricordate ne abbiamo parlato nei primi incontri, credo che per noi che facciamo la porta a porta da secoli..potrebbe essere la soluzione ...
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Messaggio  Stefania Carone o.0 Mer Giu 17, 2009 11:23 am

Embarassed hai ragione michele, solo che volevo trascrive la fonte, poi se uno non vuole leggerla...la zomb! Laughing
giuseppe, non riesci a mettere l'articolo sul forum o a riassumercelo, xke sai da qui è un po difficile recuperare la gazzetta di domenica Razz (e sul sito non c'è)
cmq...un'altra cosa da non sottovalutare è la raccolta porta a porta anche per le aziende e gli enti pubblici: per esempio, i costruttori dove buttano tutti i rifiuti edili? i rifiuti tecnologici (cellulari, lettori mp3, lettori dvd, televisioni, computer...) dove si buttano? i fruttivendoli, le mense, i ristoranti potrebbero fornire molto umido...e così via...
ho dato un occhiata al sito della regione, al portale ecologia:
http://151.2.170.110/ecologia/
ci sono alcuni dati che potrebbero interessarci, per esempio in alcuni paesi vicino a noi, come Gioia del Colle, raccolgono persino l'olio di scarto e i rifiuti della pulizia di parchi e giardini arrivando cosi circa al 32% di differenziata, mentre Bari è ferma al 18% (e non al 15% come avevo scritto, non avevo i dati ufficiali della regione)
per non parlare, ma qui si potrebbe aprire un dibattito a parte, del problema delle perdite di acqua nelle tubature dell'acquedotto...non solo la vogliono privatizzare (o è già privatizzata)ma ne perdiamo, mi sa, circa il 60-70% strada strada... Mad
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